Perchè avete paura?

Quello di oggi a Roma è stato un momento che il mondo non dimenticherà molto facilmente.
Nel silenzio di una piazza San Pietro completamente vuota, si è percepito un forte dolore, sono emerse le paure di un mondo in grave difficoltà.
Nella semplicità e bellezza che caratterizza questo pontificato, papa Francesco ha letto e ricordato il bellissimo passo del Vangelo di Marco (Mc 4, 35-41). Sembra fatto su misura, disegnato a pennello, per dare una risposta a quello che stiamo vivendo oggi.
Ci sentiamo al centro di una tempesta, avvolti da una pioggia battente e un forte vento, il mare è talmente mosso che il rischio di ribaltare la barca e finire tutti in mare è molto concreto, la paura è forte, la visuale sull'orizzonte, sul futuro è inesistente. Come nel Vangelo anche in questa circostanza, nella nostra tragica realtà di questo virus che minaccia l'umanità, Gesù sembra addormentato, assente, non risponde ai nostri richiami, alle nostre suppliche e preghiere, al nostro grido di dolore.
Continuiamo però a leggere il passo di Marco, perché Gesù dice ai discepoli (e a noi oggi): «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
Cosa ci vuole dire oggi Gesù: di avere fede, fiducia, di credere in Lui con assoluta convinzione, oltre le umane e giustificabili preoccupazioni, oltre il dolore, oltre anche la morte.
Lui per primo ci ha insegnato a sperare, perché quello che sembrava morto è risorto ed è vivo, quello che sembrava impossibile agli occhi del mondo è diventato possibile, vero, reale.
Sappiamo tutti come finisce il racconto del Vangelo di Marco: I discepoli superata la tempesta e tornata la quiete, dissero: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».
Per questo oggi, con umiltà e fiducia chiediamo ancora: "Signore Gesù, ti preghiamo, svegliati e salvaci da questa tempesta".
Giovanni.

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